La cerca del nero estivo o scorzone
I corsi si svolgono a Reggio Emilia ESCURSIONE A TARTUFI “NERO ESTIVO” o Scorzone (Tuber Aestivum) La cerca del nero estivo o scorzone, tartufo primaverile estivo, predilige ambienti collinari esposti a sud ma non solo, questo tartufo da modo ai cani di fare esperienza sul campo, quando si trova una tartufaia o pastura i ritrovamenti si susseguono regalando ai partecipanti enormi emozioni.
Da Sapere: – Il sevizio è offerto dal 1 Maggio al 31 Luglio. – Ore 8.30 ritrovo dei partecipanti Ore 9.00 partenza per la cerca Ore 12.00rientro – Ore 12:30 fine programma – I tartufi eventualmente rinvenuti non sono compresi nel prezzo di partecipazione – Il luogo di cerca si raggiunge con mezzi propri – Le condizioni meteo non alterano il programma dell’escursione pertanto si raccomanda un abbigliamento adeguato alle condizioni meteo.
Caratteristiche della speceTuber aestivum Vittadini Descrizione Ascoma globoso, talora irregolare, da 3 a 10 cm e oltre, talvolta con una concavità alla base non molto pronunciata, sodo e compatto, nero-bruno, nero intenso, con verruche piramidali a 4-6(7) lati anche molto larghe alla base (da 3 fino a 12 mm) ed alte (0,5-)1-2(- 3) mm, sovente all’apice depresse o concave e con creste radicali in rilievo e piccole striature trasversali parallele; verruche anche con spaccature longitudinali. Peridio spesso 200-480 μm comprendente uno strato di circa 100 μm in corrispondenza delle verruche, essenzialmente pseudoparenchimatico con cellule poligonali di 8-18(-20) μm, le esterne, a parete spessa, di colore bruno-nero, le interne di colore ocra pallido e uno strato interno con struttura pseudoparenchimatica in prossimità della gleba. Gleba soda e polposa, dapprima bianca, pi ocracea, brunneola, talora macchiata di rossiccio, qua e là con zone plectenchimatiche; vene numerose, bianche, molto ramificate, sottili. Aschi globosi o subglobosi, brevemente peduncolati o sessili, 60-100 x 50-80 μm, (1)3-5(6) sporei. Spore reticolo-alveolate, subglobose o largamente ellissoidali, di colore ocra o brunneolo, (18-)24-35(-40) x (15-)18-27(-36) μm esclusa l’ornamentazione; con alveoli irregolari larghi 4-10 μm e profondi 2-5(-7) μm, talvolta con creste interne e con coste talora uncinate all’apice. Odore dapprima debole, poi forte, gradevole, fruttato; sapore gradevole. Habitat In terreni calcarei, drenati e ciottolosi d’origini geologiche diverse con pH 7-8, in boschi di latifoglie e misti, e in rimboscamenti con conifere, ma anche sotto piante isolate, senza prediligere alcun’esposizione, a quote variabili dal livello del mare finora 1400-1600 m. Fruttifica anche in superficie. Solitario o gregario. Epoca di maturazione Dalla tarda primavera all’inverno. Simbiosi in natura con: Quercus pubecens Willd., Q. ilex L., Q. ilex L. var. ballota (Desf.) Samp., Q. robur L., Q. petraia (Mattushka) Liebl., Q.cerris L., Corylus avellana L., Ostryacarpinifolia Scop., Carpinus betulus Willd., Tilia platyphyllos Scop., Fagus selvatica L., Betula verrucosa Ehrh., Salix spp., Populus spp., Pinus nigra Arnold, P.pinea L., P.sylvestris L., P. halepensis Mill., P.brutia Ten., Picea abies (L.) Karst., Cedrus spp. Corologia Tra il 37° e il 58° parallelo di latitudine nord. Portogallo, Spagna, Irlanda, Francia, Gran Bretagna (Scozia compresa), Belgio, Olanda, Germania, Danimarca, Svezia, Lituania, Polonia, Russia, Repubblica Ceca, repubblica Slovacca Ucraina, Bulgaria, Ungheria, Romania, Serbia, Turchia, Austria, Svizzera, Italia: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Sardegna. Paesi extracomunitari: Marocco, Korea. Micorrize Il micelio è stato ottenuto in vitro.Insetti associatiLeiodes cinnamomea Panzer, Agaricopagus cephalotes Schmidt, Asiorestia ferruginea Scopoli, Colenis immunda Sturm, Suillia pallida Fall. Coltivazione La coltivazione di Tuber aestivum Vittad. (=T. uncinatum Chatin) iniziata in Francia nel 1973si è avvalsa anche dell’esperienza fatta con la coltivazione di T. melanosporum Vittad..Chavalier & Frochot (1997b) nell’ampio volume dedicato a “La truffe de Bourgogne”, danno notizia di sperimentazioni su tartufaie coltivate in Borgogna e in Lorena effettuate per aiutare i tartuficoltori da un punto di vista tecnico, ma ancora troppo recenti per fornire risultati pubblicabili. Essi inoltre danno indicazioni per coltivazione soprattutto per quanto riguarda la scelta del terreno, la scelta della pianta simbionte, lo schema di impianto e le pratiche colturali. Riousset et al., (2001) ritengono che i risultati della coltivazione di questo tartufo in Francia siano positivi e incoraggianti. Per l’Italia vi sono solo indicazioni e dati ecologici per l’impianto di tartufaie coltivate a T. aestivum Vittad. in Toscana (Baglioni & Mazzei, 1998b) e indicazioni su potenziali aree per la coltivazione in Sardegna (Bencivenga, 1994b; Gregori et al., 1995) e in Lazio (Bencivenga, 1889), nonché notizie di alcune tartufaie di poca estensione già impiantate in Umbri con programmi di comunità Montane (Monaldi et al. 1990; Manna, 1992). È probabile però che i tartuficoltori singoli, autonomamente, in alcune regioni abbiano iniziato la sua coltivazione in piccole tartufaie. OsservazioniTuber aestivum Vittad. è una delle specie più comuni e diffuse in Europa, dal Portogallo alla Russia e dalla Svezia all’Italia. L’aroma emanato dal T.aestivum Vittad. è stato soggetto di studio da parte di alcuni ricercatoti (Bellina-Agostinone et al.,1987; Pacioni, 1987 e Fiecchi, 1990) che hanno riconosciuto una decina di composti volatili di cui il tiobismetano è il composto principale che attrarrebbe gli animali (in particolare cane e maiale) permettendo la localizzazione di T. aestivum Vittad. In genere l’aroma ed il sapore attraggono molti animali (insetti, roditori, suini ecc.) che contribuiscono alla disseminazione delle spore. L’aroma compare con lo sviluppo dell’ascoma e si modifica con l’età raggiungendo all’epoca della maturità delle spore la massima intensità. T.aestivum Vittad. produce sostanze (allelochemici) che impediscono la germinazione di piante erbacee causando aree bruciate (cave, pianelli) attorno alle piante di cui è simbionte. Secondo gli autori francesi (Riousset et al. 2001) tali aree avrebbero estensioni diverse a seconda se provocate dal tipo “aestivum” sensu Chatin (aree più sviluppate) o dal tipo “aestivum” Vittad. (aree meno sviluppate). T.aestivum Vittad. è la specie commestibile più studiata dopo T. melanosporum Vittad. ed è molto utilizzata nell’industria alimentare.